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Novara, luglio 1965 - in televisione passa un documentario sull'eroica impresa di Walter Bonatti, artefice di un triplice record: primo a scalare la Nord del Cervino, in inverno, in solitaria. Anche il nostro protagonista, un ragazzino di nove anni che vive in un palazzone della prima periferia, si ritrova spettatore del filmato. Assorto e ammirato, interiorizza il racconto fino a farlo proprio, rivivendolo ad occhi aperti come se fosse in parete con il noto alpinista. Tale immedesimazione è lo spunto da cui partono riflessioni filtrate dagli occhi di un preadolescente, sulla scalata della montagna reale e di quella spirituale, in una sorta di ricerca di un "altrove verticale". Inoltre, attraverso continui collegamenti con la realtà, vengono creati siparietti leggeri e divertenti con i genitori e con i vicini di casa. Le digressioni permettono di ricostruire alcuni aspetti della vita comunitaria degli anni Sessanta, nei suoi cliché e nelle sue contraddizioni.